Fiber of the Universe
Sin dall’antichità, siamo spinti a guardare al cielo e domandarci cosa si celi in esso, cosa contenga quell’immenso Spazio nero sopra le nostre teste che ogni notte vediamo riempirsi di stelle. Oramai le più recenti ricerche scientifiche e tecnologiche ci hanno permesso di vedere in quel buio e scoprire una luce che non avremmo potuto assaporare con semplici occhi curiosi.
Ma cosa si cela all’origine di questa luce che osserviamo? Le più recenti ricerche astrofisiche ci dicono che questa luce nasce dall’evoluzione e la mutua interazione della materia che costituisce la maggior parte dell’Universo che conosciamo: il plasma, uno stato della materia così caldo e rarefatto da scomporsi nelle sue parti cariche elementari di elettroni e ioni. Dalle stelle che vediamo la notte nel cielo fino ai dischi di materia attorno ai buchi neri al centro delle galassie, il plasma è ovunque nel Cosmo. C’è un limite, però: le osservazioni che riusciamo a raccogliere dall’Universo sono come una fotografia di un solo istante, lontano nel tempo e nello spazio da noi. Per questo, per capirne i segreti dell’evoluzione dell’Universo, l’astrofisica ha bisogno di simulare, spesso con l’aiuto di supercomputer, come la materia riesca a generare la luce che vediamo.
Per quanto le ricerche progrediscano, però, questi scenari del Cosmo restano sempre lontani milioni e milioni di chilometri da noi e, di conseguenza, inaccessibili alle nostre esperienze sensoriali.
In quest’ottica nasce Fiber of the Universe, un progetto di visualizzazione scientifica sviluppato da VisitLab Cineca, con alcune delle sue molteplici competenze espresse in questo caso da Antonella Guidazzoli, Silvano Imboden, Daniele De Luca e Maria Chiara Liguori, in collaborazione con Giannandrea Inchingolo del dipartimento di Fisica e Astrofisica dell’Università di Bologna. I dati delle più recenti ricerche astrofisiche divengono materiale di partenza per un’elaborazione multimediale attraverso le più recenti tecnologie in CGI, sviluppate assieme ad un team di studenti del (AM)^2 research group (Dipartimento di Matematica, Università di Bologna) capeggiati dalla prof.ssa Serena Morigi.
I video e le animazioni a 360 gradi realizzati in questo progetto, entreranno a far parte di un percorso espositivo sviluppato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica chiamato Into the (un)known in cui le esperienze visive si arricchiranno della componente sonora e tattile.