Nella puntata di Memex (Rai Cultura) dedicata al futuro del…
I ragazzi del Liceo Cagnazzi ci spiegano la fotogrammetria – parte II
La prima attività di sperimentazione è stata eseguita su una serie di oggetti, che sono stati fotografati tenendo conto delle indicazioni ricevute in precedenza, come l’importanza di eseguire molti scatti, dall’alto e dal basso, per evitare che il programma inserisca tappi o buchi a sostituire le parti mancanti. In questo caso, le foto andrebbero ulteriormente modificate utilizzando altri software.
Sono stati effettuati i seguenti passaggi per realizzare una corretta sessione di scatti:
- Posizionato l’oggetto in un ambiente con la corretta illuminazione
- Posizionato l’oggetto su una superficie con punti di riferimento, come la carta di giornale
- Corretto l’impostazione dei parametri ISO ed esposizione, al fine di evitare rumore e favorire la corretta distinguibilità del soggetto.
- Evitato eventuali bagliori presenti durante gli scatti
- Evitato il passaggio delle persone nella scena e il movimento del soggetto e del piano di appoggio
- In mancanza di una strumentazione automatica, ci si è mossi attorno all’oggetto a piccoli passi, con tre successive sequenze di scatti partendo dal basso sino a fotografare l’oggetto dall’alto
- Concentrato il fuoco sulla massa del soggetto e non solo su un particolare
- Scattato foto con posizionamenti diversi per cogliere anche i più piccoli dettagli
- Revisionato la corretta realizzazione delle foto
Un numero adeguato di scatti permette di scartare senza problemi quelli errati. Nella sessione di sperimentazione, sono stati realizzati circa 90 scatti per soggetto.
Messa a fuoco non corretta o uno sfondo pieno di particolari possono infatti ostacolare il programma nel processo di ricostruzione fotogrammetrica.