La sala della cultura di Palazzo Pepoli, che ospiterà l’installazione…
I ragazzi del Liceo Cagnazzi ci spiegano la fotogrammetria – impostazioni avanzate
Chiariamo adesso un po’ meglio la funzione dei parametri delle singole impostazioni di PhotoScan:
Align Photos
- Accuracy: con impostazioni più basse il programma sfuma un gruppo di pixel maggiore per la sovrapposizione delle immagini a discapito della qualità
- Pair Preselection: per velocizzare il processo è possibile spingere il programma a limitarsi a coppie di foto affini
- Key e Tie point limit: indica il numero di feature o key point ricercati dal programma, in genere non è necessario il doppio della impostazione di default
Build Dense Cloud
- Quality: più alta è questa impostazione, più dettagliato sarà il risultato finale a scapito delle risorse e del tempo necessario all’elaborazione
- Depth filtering: Abbassare, ma mai disabiltarla completamente, nel caso di oggetti che presentano spigolosità
Build Mesh
- Surface type: impostare su Height Field solo nel caso di riprese aeree
- Source data: è possibile selezionare il sorgente dei punti tra la dense cloud e i punti generati durante l’allineamento
- Face count: indica il numero di facce generate per la mesh, è possibile impostare il numero manualmente a seconda delle esigenze
- Interpolation: cerca di coprire i buchi generati dalla dense cloud; Extrapolation ne aumenta la qualità
Build Texture
- Mapping mode: indica il modo in cui vengono ritagliate le foto per generare la texture; generic crea numerosi tagli da ogni angolazione ed è l’impostazione generalmente più utile; ortophoto è utile dall’alto, spherical per gli oggetti tondi, mentre single camera utilizza solo una foto come riferimento
- Blending mode: mosaic è sempre l’impostazione consigliata
- Texture size/count: il primo valore indica la dimensione finale dell’immagine, è sempre consigliabile sovraddimensionarla, mentre il secondo indica il numero di immagini create
- Enable color correction: corregge automaticamente valori come la saturazione e la luminosità della texture, è possibile comunque modificare questi valori in seguito attraverso programmi di fotoritocco
Per migliorare la resa finale degli oggetti in 3D è possibile ricorrere a maschere e marker.
I marker sono semplici bandierine che vengono posizionate in alcune parti dell’oggetto, in modo tale che il programma capisca come l’oggetto si stia spostando.
Invece le maschere vengono utilizzate per far capire al programma qual’è il soggetto e, quindi, ciò che deve essere trasformato in 3D.
In alcuni casi, infatti, si è riscontra un’incapacità da parte del programma di allineare tutte le foto, per colpa di fotografie che in alcuni punti risultavano poco dettagliate. Per cercare di risolvere questo problema è stato provato lo strumento “maschera”.
Esso ci permette di selezionare le singole parti della foto che a noi interessano , in modo che il programma possa concentrarsi unicamente sulla zona selezionata e compiere un lavoro più dettagliato. In pratica, l’oggetto che si desidera ricostruire viene scontornato manualmente.
Non è necessario che lo strumento maschera sia applicato su tutti gli scatti. Si può provare a vedere se, scontornando poche foto per ciascun tipo di inquadratura, il risultato è soddisfacente. Nel caso della ricostruzione del cornetto il risultato alla fine è stato ugualmente ottimo e 59 foto su 59 sono state allineate.
In altri casi di ricostruzioni non ben riuscite, abbiamo cambiato i parametri nell’allineamento delle foto: aumentato l’accuratezza, aumentato gli indici dell’allineamento. In questo modo, da una pesca apparentemente mangiucchiata, ne abbiamo ottenuta una perfetta.
Al prossimo articolo per un approfondimento sui markers.